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Durante la protostoria della Sardegna, vale a dire nelle età del bronzo e del ferro che coincidono in parte con lo sviluppo della civiltà nuragica (circa XVIII-XII sec. a.C.), la documentazione archeologica relativa alla componente femminile della società è particolarmente esigua e limitata.
SINOSSI
Durante la protostoria della Sardegna, vale a dire nelle età del bronzo e del ferro che coincidono in parte con lo sviluppo della civiltà nuragica (circa XVIII-XII sec. a.C.), la documentazione archeologica relativa alla componente femminile della società è particolarmente esigua e limitata.
Invero nel corso del periodo nuragico propriamente detto, ossia quando si manifesta il fenomeno della costruzione di torri e tombe monumentali, si rileva l’assenza di rappresentazioni figurative umane sia maschili sia femminili, con rarissime eccezioni costituite da motivi antropomorfi sulla superficie di vasi di forma aperta.
Le prime raffigurazioni compaiono infatti nell’ambito del ricco e dettagliato archivio iconografico rappresentato dalle figurine di bronzo che raffigurano generi, ruoli, abbigliamenti e atteggiamenti di soggetti umani e animali.
Tra i soggetti rappresentati è di grande rilievo la comparsa della figura femminile, la cui effigie riappare dopo più di un millennio di assenza iconografica mostrandoci un’identità complessa costruitasi nel lungo processo che dall’estrema idealizzazione delle dee madri eneolitiche ha portato alla raffigurazione di donne reali, compiutamente inserite nella società sarda della prima età del ferro.
PROFILO DELL'AUTORE
Anna Depalmas è professore di Preistoria e Protostoria presso l’Università di Sassari. É specializzata in archeologia e dottore di ricerca in archeologia preistorica. Le sue ricerche sono incentrate principalmente sul periodo nuragico, sull’assetto territoriale, gli sviluppi insediativi e l’organizzazione sociale delle comunità protostoriche, sulla navigazione e i traffici transmarini nel Mediterraneo nel corso dell’età del bronzo, sulle produzioni e sulle tecnologie metallurgiche protostoriche.
Ha svolto numerose campagne di ricerca e di scavo in Sardegna (Iloi-Sedilo, Abini-Teti, Santa Cristina-Paulilatino, etc..) e all’estero, in particolare in Tunisia e a Minorca nell’ambito di progetti archeologici e di etnoarcheologia.
Ha pubblicato circa 200 articoli scientifici e 3 lavori monografici.