1. Regisvilla. Scavi e ricerche (1968-1983)
Il volume è dedicato alla ricostruzione delle indagini archeologiche e allo studio delle strutture e dei ...
Il tempio mitraico di Vulci costituisce uno dei più interessanti contesti archeologici per l’analisi delle religioni misteriche nell’Italia imperiale.
SINOSSI
Il tempio mitraico di Vulci costituisce uno dei più interessanti contesti archeologici per l’analisi delle religioni misteriche nell’Italia imperiale. L’edificio appare difatti in gran parte preservato, ed ha restituito una notevole varietà di materiali, fra cui spiccano due raffigurazioni votive in marmo del dio Mitra, ritratto nella classica iconografia tauroctona. Partendo dal record materiale, il presente testo si pone dunque l’obiettivo di analizzare la pratica del culto presso la città etrusco/romana, al fine di proporre una ricostruzione tanto delle fasi di vita delle strutture quanto della natura della locale congrega mitraica. La prima parte è pertanto dedicata all’esame delle evidenze archeologiche vulcenti, con un focus sulla connessione topografica del mitreo con gli ambienti di ricche residenze appartenenti alle élite locali. Il contesto è quindi inquadrato all’interno del panorama mitraico centro-italico, in particolar modo in riferimento alla circoscrizione amministrativa dell’Etruria augustea. La seconda metà del lavoro si concentra invece sugli aspetti sociali, politici e cultuali relativi alla devozione mitraica a Vulci. È dunque analizzata la composizione della comunità degli adepti, evidenziando tanto la possibile frequentazione del tempio da parte di individui provenienti da diversi strati della popolazione, quanto il ruolo socio/politico svolto dai misteri in territorio vulcente. Inoltre, attraverso l’esame degli elevati del mitreo, nonché dei ritrovamenti al loro interno, sono presentate possibili interpretazioni circa la struttura della congrega locale e le forme di ritualità da questa praticate. Infine, oggetto di analisi sono le modalità di dismissione del culto di Mitra a Vulci, attraverso la contestualizzazione delle fasi di demolizione e abbandono del santuario all’interno del clima culturale della Tarda Antichità.
PROFILO DELL'AUTORE
Nicola Luciani Dopo essersi laureato all’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito il dottorato in cotutela presso le Università Ca’ Foscari di Venezia e Georg-August di Göttingen. È stato assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine. È stato inoltre funzionario amministrativo del Ministero della Cultura, con sede alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Successivamente, è risultato vincitore di un assegno di ricerca dell’Università degli Studi di Padova. I suoi campi di interesse riguardano i contesti archeologici a carattere religioso e il loro inserimento all’interno delle società che li hanno prodotti. In particolare, i suoi principali progetti si sono occupati dello studio dei misteri mitraici in Etruria e a Roma, nonché dei processi di dismissione dei templi classici durante la Tarda Antichità in area romana. I risultati di tali studi sono stati divulgati attraverso pubblicazioni scientifiche e presentati in conferenze internazionali in diversi paesi europei (Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Belgio).