1. L'apollo Helios di Civitavecchia. L'immagine del Colosso di Rodi e il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia
Il Colosso, una delle sette meraviglie del mondo antico, è una delle opere più rappresentative del primo Ellenismo, innalzato dai Rodii a seguito di un terribile assedio del 304 a.C. conclusosi felicemente. L’incarico della statua dedicata al dio del sole Helios, più tardi sintetizzata con Apollo, fu ...
SINOSSI
Il Colosso, una delle sette meraviglie del mondo antico, è una delle opere più rappresentative del primo Ellenismo, innalzato dai Rodii a seguito di un terribile assedio del 304 a.C. conclusosi felicemente. L’incarico della statua dedicata al dio del sole Helios, più tardi sintetizzata con Apollo, fu affidato a Carete di Lindo, l’allievo del celebre Lisippo, lo scultore prediletto di Alessandro Magno. Furono proprio le armi lasciate dall’assediante, Demetrio Poliorcete, figlio di Antigono Monoftalmo, e soprattutto i preziosi metalli, il ferro e il bronzo, a permettere ai Rodii di realizzare l’immane colosso bronzeo. Carete, con straordinaria capacità plastica, riuscì ad imprimere nella creazione lo slancio e l’energia di una città che si era da poco liberata da un terribile nemico e innalzava al sole la fiaccola della vittoria. Il Colosso, la cui base poggiava su uno dei moli del porto, cadde dopo circa sessanta anni a causa di un terremoto, privandoci, a dispetto della sua grande fama, della sua reale iconografia: nessuna statua è conservata. Secondo alcune fonti, il Colosso fu rialzato per volontà dell’imperatore Adriano. La copia più completa della statua, alta circa due metri, contro i trenta e più dell’originale, fu realizzata con marmo greco insulare, proprio in epoca adrianea, ed è stata rinvenuta tra i resti della villa marittima del giurista Ulpiano a Santa Marinella, sul litorale a nord di Roma. L’eleganza e la leggerezza di questo capolavoro dell’arte antica, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia, trasmettono oggi, come allora, una profonda emozione. Al Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia, oltre all’Apollo-Helios è esposta la copia dell’Atena Parthenos capolavoro del V secolo a.C., dell’artista ateniese Fidia. Nella sala dei marmi figurano pregevoli reperti scultorei recuperati dalle numerose ville marittime disposte sul litorale tra Pyrgi e Centumcellae, o che decoravano i monumenti della città di Centumcellae sviluppata in seguito alla realizzazione del porto voluto dall’imperatore Traiano. Una breve guida dell’attuale allestimento del museo, con la sala del Lapidario, il ballatoio in cui trovano spazio i contesti archeologici del territorio limitrofo, le Terme Taurine cui è dedicato un approfondimento e la Sala del santuario etrusco di Punta della Vipera, arricchiscono di contenuti il volume.
PROFILO DELL'AUTORE
Lara Anniboletti, archeologa, dirige il Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia, oltre al Museo Archeologico Nazionale e alla Necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo di Orvieto. Ha fatto parte della segreteria tecnica per l'esecuzione del Grande progetto Pompei, dove ha ricoperto incarichi tecnici di Archeologo e responsabile della comunicazione. Tra le sue pubblicazioni, oltre a contributi scientifici, il volume divulgativo 79 Storie su Pompei che nessuno ha mai raccontato, Roma 2016, L’Erma di Bretschneider, tradotto anche in inglese. Da sempre particolarmente interessata agli aspetti di valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, il suo slogan è "l'archeologia è una scienza da condire con l’umanità".
Scheda tecnica
- COLLANA
- Quaderni di Civitavecchia
- AUTORE
- Lara Anniboletti