1. Ferento. La città splendidissima
A circa 7 km di distanza da Viterbo si ergono le rovine di una straordinaria città antica, il suo nome era Ferentium e le sue imponenti vestigia ci parlano ancora del loro passato glorioso, un ...
L’insediamento etrusco di Norchia, appartenente alla lucumonia di Tarquinia e attraversato dalla via Clodia, sorgeva su un pianoro tufaceo delimitato dal fosso Pile e dal torrente Biedano, a metà strada tra i due importanti centri di Blera e Tuscania.
SINOSSI
L’insediamento etrusco di Norchia, appartenente alla lucumonia di Tarquinia e attraversato dalla via Clodia, sorgeva su un pianoro tufaceo delimitato dal fosso Pile e dal torrente Biedano, a metà strada tra i due importanti centri di Blera e Tuscania. L’abitato conobbe prestigio e agiatezza nel IV secolo a.C., la cui ricchezza è testimoniata dalla monumentale necropoli rupestre che si affaccia sulle valli circostanti, con una suggestiva serie di tombe a facciata che costituiscono uno dei più significativi complessi funerari dell’Etruria meridionale, databili dal IV al II sec. a.C. Durante la fase romana, la cittadina fu assegnata al municipio di Tarquinia e gradualmente perse d’importanza divenendo un centro sempre più modesto. Successivamente fu assoggettata dai Longobardi e soltanto nel XIII secolo iniziò un nuovo periodo di ripresa, divenendo roccaforte dei Di Vico fino al 1435, quando nei continui contrasti politici con la Santa Sede, Papa Eugenio IV ne decise la distruzione. Particolarmente suggestivi sono i resti del castello e della chiesa di San Pietro che si ergono ancora sul pianoro dove si era sviluppata la città. La località si raggiunge dalla strada provinciale Vetralla per Monteromano con deviazione al bivio per Cinelli e proseguendo oltre i laghetti artificiali per circa due chilometri.
PROFILO DEGLI AUTORI
Francesca Ceci, laureata e specializzata in Numismatica greca e romana all’Università di Roma “La Sapienza”, è archeologa presso i Musei Capitolini. E’ membro dell’ICOM, della redazione scientifica della rivista Archeo, della Società Italiana di Storia delle Religioni. E’ Ispettore Onorario del Ministero e le Attività Culturali per parte del territorio dell’Etruria Meridionale. Ha al suo attivo alcuni volumi pubblicati con l’Istituto Poligrafico e Zecca di Stato, la curatela di convegni e la stampa di numerosi articoli che spaziano dall’archeologia etrusco-romana al XVIII secolo.
Luciano Proietti è nato a Bagnoregio (VT) nel 1951 e da circa 40 anni vive a Viterbo . Laureato in Ingegneria civile alla Sapienza di Roma, libero professionista, docente di Topografia presso vari istituti tecnici statali di Viterbo e provincia, ora in pensione, già presidente della Società Archeologica Viterbese “Pro-Ferento” dal 2000 al 2005, attualmente ricopre la carica di presidente di Archeotuscia, interessandosi da oltre un quarantennio alla ricerca archeologica e ad attività finalizzate al recupero, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico del territorio della Tuscia.
Francesco di Gennaro.Archeologo, laureato in Protostoria Europea, già Soprintendente, è autore di innovative ricerche sull'insediamento delle età del bronzo e del ferro in Italia centromeridionale. Ha pubblicato 450 articoli scientifici e monografie e ha diretto ricerche negli abitati e nelle necropoli di Crustumerium e Fidenae, anche in collaborazione con Università estere. È stato professore di Antichità italiche e Etruscologia dell’Università degli studi di Cassino (sede di Frosinone).