Vulci: Ripresi gli scavi nella Necropoli di Ponte Rotto
Nell’autunno del 2020, nonostante le problematiche causate dal coronavirus ed in piena sicurezza, sono finalmente riprese le attività di scavo dopo più di sessanta anni nella necropoli di Ponte Rotto. Risalgono infatti al periodo in cui Sergio Paglieri seguì gli scavi di Vulci (1956-1962) le ultime fortunate scoperte nell’area: la Tomba delle Iscrizioni (1957), la Tomba del Delfino (1958), la Tomba dei Bronzetti Sardi (1959). Le ricerche odierne si sono concentrate sul pianoro calcareo soprastante dove ricognizioni di superficie e indagini geofisiche hanno rilevato alcune interessanti anomalie. In uno dei due saggi aperti è stato possibile recuperare probabilmente la struttura del pozzetto (o perlomeno ciò che resta) della Tomba dei Bronzetti Sardi del quale era andata perduta la precisa localizzazione e che eventualmente confermerebbe il posizionamento di uno schizzo non misurato fatto all’epoca della scoperta. Questo sarà sicuro oggetto di più attente verifiche la prossima campagna di scavo. Nell’altro sono state rinvenute diverse strutture funerarie, alcune delle quali purtroppo già oggetto di interventi clandestini. Così una tomba a fossa profonda degli inizi del VII sec. a.C. e la limitrofa tomba a camera con dromos e vestibolo a cielo aperto e due camere ipogee. Nel dromos era presente un loculo, parzialmente intaccato dal precedente scavo abusivo. Altre tombe a fossa di vari periodi compresi tra il IX ed il VI secolo a.C. sono state scoperte in condizioni precarie dovute alle lavorazioni agricole che hanno anche segnato alcune tombe a pozzetto di VIII secolo a.C. Le ricerche sono dirette da Marco Pacciarelli (Università di Napoli “Federico II”, Dipartimento di Studi Umanistici) in collaborazione con Simona Carosi (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale) e con Carlo Casi (Fondazione Vulci)
Carlo Casi